SENTIRSI UN PORTIERE
In questo ultimo periodo mi sento un portiere (sportivamente parlando), un estremo difensore (da cosa poi?). Detta così questa affermazione non ha molto senso, cerco quindi di spiegarvi questa mia sensazione. In una squadra, sia questa di calcio, hockey, pallamano, pallanuoto, etc. ho sempre visto il portiere come il ruolo più indispensabile. Si può fare a meno dell'attaccante, del centrocampista, dell'ala, del difensore, ma il portiere serve sempre. Anche nelle partitelle con gli amici serve il portiere. Nessuno vuole farlo, ma qualcuno deve farlo. A me non è mai piaciuto fare il portiere perchè è noioso e poi ti arrivano delle gran pallonate o dischettate (a volte la preoccupazione maggiore era evitare di farsi male piuttosto che parere). Ecco in questo ultimo periodo cerco di evitare di farmi male (e fare male).
Be', da come lo descrivi, deve essere un periodo davvero faticoso per te, mi spiace! Mi sa che quelle leggi valgono anche in casa nostra...o meglio, i miei figli le applicano perfettamente, al contrario delle regole che cerchiamo di dare noi adulti!
RispondiEliminaCiao,
RispondiEliminaè un periodo faticoso non solo per me, anche per mia moglie. Tra il lavoro e le bimbe che non danno tregua siamo alla frutta. Ci servirebbe una bella vacanza, ma dobbiamo aspettare ancora qualche mese....Sigh!
Un saluto e tanti auguri di Buon 2019!!
Lorenzo
Spesso dico ai miei bimbi che siamo una squadra, ma non sempre riescono a giocare a questo gioco. Ci sono spesso liti, tra di loro. Sono bambini, si amano alla follia, ma come si abbracciano e si dichiarano amore reciproco, eccoli li che litigano per lo stesso gioco.
RispondiEliminaE noi genitori ci dobbiamo armare di santa pazienza… Proprio vero: il mestiere di genitore è davvero difficile!
Concordo su quanto scrivi. Credo che per essere genitore non ci sia un libretto delle istruzioni, e nemmeno un manuale da 1000 volumi. Tanta pazienza sicuramente, e cosa molto importante tanta lucidità. Temo che la stanchezza accumulata ormai da anni offusca la lucidità e con lei la pazienza. Ci sono momenti che sei "up" e momenti che se "down". Una cosa però sto imparando. Che tutti i momenti vanno bene così come sono. Forse il segreto è non conoscere e pianificare la strada da percorrere, ma vivere il tratto di strada che si sta percorrendo oggi.
RispondiEliminaUn saluto
Lorenzo