Che bello quando le mie bimbe mi dicono “ ti ho bene ”. Eh si, non mi dicono "ti voglio bene", ma “ ti ho bene ”
(ne avevo parlato in un altro articolo) e non ho intenzione di correggerle. In questo post voglio spiegare, perché usano questa forma così strana e grammaticalmente sbagliata. La risposta è semplice, perché alla mamma dicono “ich hab dich Lieb”. Con il papà fanno una semplice traduzione parola per parola ed hanno coniato la frase “ti ho bene”.
TI HO BENE
Beh potrei correggerle, direte voi, ma quella frase mi piace moltissimo e vi spiego il perché. In italiano si dice "ti voglio bene", che utilizza il verbo volere, mentre in tedesco si dice “ich hab dich Lieb”, che utilizza il verbo avere (haben). Il verbo volere significa
“Tendere con decisione, o anche soltanto con il desiderio, a fare o conseguire qualche cosa (http://www.treccani.it/vocabolario/volere2/)". Il verbo avere significa
“Esprime fondamentalmente l’idea del possesso, in senso proprio e fig. (http://www.treccani.it/vocabolario/avere2/)". Ecco perché mi piace quando mi dicono " papi ti ho bene ", significa che loro hanno il mio bene non devono volerlo, sono sicure che c'è l'hanno già.
UNA FIAMMA
Quando inaspettatamente mi abbracciano e mi dicono " ti ho bene " è il regalo più bello che mi possono fare. E' una fiamma che mi scalda il cuore, un fiamma che illumina il buio che a volte mi oscura l'anima, un fiamma che brucia in un attimo tutte le false certezze che mi sono creato. Care mie piccole grandi bimbe, anche se è sbagliato, continuate a dire " ti ho bene ", perché è la frase più bella del mondo, non solo per il significato, ma perché è solo nostra!
È dolcissimo, semplicemente stupendo questo post.
RispondiEliminaCiao Carmen,
RispondiEliminagrazie per il messaggio, mi fa piacere che ti sia piaciuto il post.
Un caro saluto
Lorenzo
Ma dai? Meravigliosa cosa, meravigliosa riflessione... preziosissima.
RispondiEliminaCiao Maddalena,
RispondiEliminaeh si le mie bimbe sono riuscite a cogliere ed evidenziare questa sfumatura, e ne sono molto felice.
Un caro saluto
Lorenzo