ASCOLTARE UN SALUTO

“Papi dove vai?” chiede 2013. “Vado a lavorare” rispondo io. “Ma quando torni poi si mangia e poi buio e si va a dormire?” chiede 2013 con tono triste. “Si” rispondo io. Saluto tutti e… “bacino” dice 2013 correndomi dietro. Mi da un bacino, poi un’altro, poi un’altro ancora, e via dicendo per qualche minuto. Non scherzo mi trattiene a forza di bacini per qualche minuto e se cerco di andare parte con un pianto disperato.

SALUTARSI

Devo ammetterlo mi fanno piacere tutti questi bacini, ma ultimamente sta un po' esagerando. Ascoltando bene quello che mi chiede viene fuori una sua realtà molto chiara: “Il papà è a casa solo quando si mangia e quando è sera devo andare a dormire, quindi non riesco mai a giocare con lui”. In effetti la situazione è peggiorata dopo le ultime vacanze, prima dell'inizio dell'asilo, dove ovviamente ci sono anch'io ed abbiamo tanto tempo per giocare  insieme, fare gite e stare in famiglia all'aria aperta. Ieri quando sono ricominciati i saluti gli ho promesso che prima di andare a dormire avremmo giocato insieme. 2013 la promessa l’ha ascoltata molto bene, tanto che quando sono rientrato mi è subito corsa incontro dicendo “oggi mi hai detto che prima di dormire giochiamo, vero?”, “Certo” rispondo io, “Yuppie” (testuali parole, 2013 dice Yuppie non so da chi l’ha sentito, ma lo dice quando è contenta di fare qualche cosa). Sono bastate un paio di partite a “Tempo, kleine Schnecke” per farla felice. A volte pensiamo che i nostri figli ci chiedano il mondo, ma invece le loro richieste sono molto più semplici, basta solo saperle ascoltare.

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