COME CAPIRE SE ABBIAMO ASCOLTATO?

Chiamo 2013, la faccio sedere in braccio e gli chiedo "Ti piacerebbe imparare a fare qualche sport?". 

"Si!" dice 2013. "Vuoi scegliere uno sport te e farlo per conto tuo o preferisci che il papà e la mamma cerchino qualcosa che puoi fare insieme a 2010?" chiedo io. ".....la prima che ai detto...." dice 2013 timidamente. "Vuoi scegliere te e fare qualcosa per conto tuo?" Chiedo conferma io ".....si...." dice 2013, "OK" rispondo io. Dopo un po' 2013 mi chiede "Papi....prima delle nanne possiamo giocare con le bambole io e te da soli?". Ecco questa richiesta mi fa capire che la chiaccherata di prima ha fatto centro, si era sentita ascoltata e capita. Perché direte voi??

FAR SENTIRE I PROPRI FIGLI UNICI

Perché fino ad ora tutto girava intorno alle attività di 2010, e spesso mi sembra che a 2013 inizia un po' a pesare la figura di 2010, la sorella maggiore! 2013 vuole essere non solo la sorella di 2010 ma se stessa. Ogni bambino ha un suo specifico ed unico carattere. Le mie tre bimbe sono nello stesso tempo, molto simili e molto diverse. Ognuna ha le sue caratteristiche, e riuscire a rendere uniche queste caratteristiche permettere permette ai nostri figli di far crescere la loro autostima.

AUTOSTIMA

L'autostima cresce nel momento in cui ci si sente accettati per quello che si è. Un bel libro che leggo spesso alle mie bimbe è "Das kleine ich bin ich" (il piccolo io sono io), che è la storia di un animaletto che cerca di capire chi è, e si confronta con i vari animali che incontra. Alla fine della storia l'animaletto capisce che ognuno è unico e quindi "io sono io" e "tu sei tu". Far sentire i propri figli unici ed inimitabili è qualcosa di molto importante per la loro crescita personale.

Commenti

  1. Gent.Le Lorenzo, complimenti per il Suo blog. E' vero! La scrittura e le esperienze condivise fanno sentire meno soli. Diffonderò il Suo commento quello al mio post su google e anche l'indirizzo del Suo blog. Spero Le farà piacere. Ringrazio e saluto. Barbara Gaiardoni

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  2. Ciao Barbara,
    grazie per il tuo commento. Sono felice che ti sia piaciuto e mi fa molto piacere la tua condivisione.
    Un saluto
    Lorenzo

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  3. Bel post, che dovrebbe essere esteso anche alle mamme e ai papà. Ogni individuo è unico e vorrebbe non essere ricordato come "la mamma di..." o " il papà di..."
    PS: è possibile reperire il libro anche in lingua italiana?

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  4. Ciao Nadilla,
    hai ragione quando si diventa papà (o mamma) spesso si è associati ai propri figli. Il libro "Das kleine ich bin ich" non è stato tradotto in italiano. Lo si trova però anche in inglese al link https://www.amazon.it/gp/product/3702658572/ref=as_li_qf_sp_asin_il_tl?ie=UTF8&tag=papainascolto-21&camp=3414&creative=21718&linkCode=as2&creativeASIN=3702658572&linkId=e5498b2ca8cef825f7aff7b6ae2c2dca
    Un saluto
    Lorenzo

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  5. Grazie Lorenzo! Allora vedrò di farmelo andar bene in inglese

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