AUTOREVOLEZZA


Cercasi corso di autorevolezza disperatamente. Ma poi, l'autorevolezza si può imparare? O è una dote. L'autorevolezza è assoluta o specifica? Mi spiego. Posso essere autorevole in alcuni ambiti ed in altri no? Posso essere una persona autorevole? Sono una persona autorevole? Come mi vedono le mie figlie? Un dittatore, una autorità o un papà autorevole? Questa domanda me la tengo nel cassetto, e la pongo alle mie bimbe fra una quindicina di anni. Sono curioso di vedere cosa dicono. O meglio sono curioso di vedermi oggi con i loro occhi ed i loro ricordi.

CHE PAPA' SONO? O MEGLIO COME MI VEDO?

Un papà dittatore è un papà di cui i figli hanno paura. Lo temono. Viene seguito perchè i figli temono le conseguenze.
Un papà autoritario è un papà che ha fissato molto bene la gerarchia familiare. Lui è il più alto in grado ed i figli/dipendenti devono fare quello che dice. I figli lo assecondano forse. Fanno quello che dice. Non perchè ci credono, ma perchè la gerarchia lo impone.
Un papà autorevole è un papà che viene seguito dai figli perchè credono in lui.
Io non so dove sono. Forse un insieme dei tre. Dipende dalle circostanze. Non riesco a vedermi in modo obiettivo. Mi sa che devo aspettare una quindicina di anni per conoscere la risposta.


QUANTI DUBBI....QUANTA INSICUREZZA

Già mi immagino tre risposte diverse. 2010 dirà che sono stato un papà dittatore. 2013 dirà che sono stato autoritario. 2016 dirà che sono stato autorevole. Cosa significa? Che sono cresciuto in questi 8 anni da genitore. Che forse ho imparato il segreto dell'autorevolezza? Ma riesco a farla uscire solo con l'ultima figlia. E le altre? Sono confuse? Si sentono tradite? Hanno perso fiducia? Ma poi tutti questi pensieri, ragionamenti, portano a qualcosa. Hanno un fondamento sicuro. Posso realmente saperlo. Fino a quando non glielo chiedo saranno solo congetture. Mi sa che devo aspettare una quindicina di anni per conoscere la risposta.

OBBEDIRE

Ma questo termine può essere legato all'autorevolezza. Leggendo il significato credo sia più legato all'autorità o alla dittatura. Ma allora perchè si cerca a tutti i modi di avere figli ubbidienti? Perchè ci piace essere autoritari? Perchè ci piace che i nostri figli siano dei sudditi? Non credo. Forse deriva dal passato. Da un modo di vedere la famiglia antico (anche se ancora molto recente). Se sono un padre autorevole le mie figlie non possono essere ubbidienti. Loro non sono abituate a seguire gli ordini. Loro sono libere di scegliere. Ed allora dovrei essere contento. Ho figlie libere. Glielo ho permesso io. Allora non ho sbagliato. Allora forse sono un papà autorevole. Oppure un papà incapace? Mi sa che devo aspettare una quindicina di anni per conoscere la risposta.

ESEMPIO

Credo che un papà debba essere un esempio. Come posso pretendere che le mie figlie siano diverse da me. Perchè mio papà dice che devo fare così quando fa l'esatto opposto? E' una domanda che penso i figli ogni tanto si pongono. Essere un esempio non significa essere perfetti. Forse gli esempi migliori sono quelli imperfetti. Quelli che crescono, sbagliano, cadono, si rialzano e poi cadono, poi sbagliano, poi fanno la cosa giusta etc. Forse così un bambino non si sente incapace se sbaglia. Perchè in fondo se sbagli, vuol dire che hai provato. Mio padre mi diceva sempre "Chi non ha sbagliato mai, significa che non ha mai fatto niente".

Commenti

  1. Partendo dal presupposto che anche per me è un po' così, ogni tanto mi sento dittatore, ogni tanto autoritaria, ogni tanto autorevole, su alcuni punti però ho una teoria.
    Obbedienza: tutti siamo soggetti a seguire delle regole e non per questo viviamo in una dittatura. Non scelgo di andare a 50 km/h su una strada dritta, lo faccio perché altrimenti mi arriva una multa. Vale lo stesso per i figli, obbediscono per paura innanzitutto, perché non vogliono fare arrabbiare i genitori, la consapevolezza che si fa così perché quel comportamento è giusto arriva dopo secondo me.
    Esempio: certo siamo degli esempi, ma siamo anche umani, non possiamo nemmeno pensare di comportarci in modo perfetto solo per i nostri figli. Io ad esempio dico un sacco di parolacce, ma non per questo i miei figli sono autorizzati a dirle: sanno che è un mio errore e devono imparare che gli errori non si copiano, nemmeno se li fa qualcuno per noi importante (la frase che ho imparato da mia madre: Se XYZ si butta dal ponte, mica ti butti anche tu no?)...questo ovviamente non significa che non mi sforzi per evitare di dirle, ma non mi inginocchio sui ceci se succede!
    Sempre post ricchi di spunti di riflessione i tuoi!

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  2. Concordo più o meno su tutto quello che hai scritto. Non mi piace l'idea di seguire le regole solo per paura delle conseguenze, siano queste multe, castighi o altro. Mi rendo conto che i bimbi sono molto istintivi e poco logici, ma credo che dai 5 anni siano in grado di comprendere se un comportamento sia "giusto" o "sbagliato". Sicuramente glielo dobbiamo ricordare noi genitori. Con l'esempio concordo. Non possiamo essere perfetti, e credo che non sia nemmeno giusto nei confronti dei nostri figli, e poi, la perfezione esiste? Anche mia madre mi faceva lo stesso esempio del ponte.
    Mi fa piacere sapere che quello che scrivo fa in qualche modo riflettere, è il bello di condividere le proprie esperienze.
    Un saluto
    Lorenzo

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  3. Interessanti domande... Non me le pongo mai in questi precisi termini. Sicuramente anche io vario da situazione a situazione, mi piace molto quello che dici sull'obbedire: se non siamo padroni, non si può parlare di obbedienza. Tuttavia anche se lasciamo liberi i figli questo non esclude regole. Ne hanno bisogno loro, ne ha bisogno la famiglia. Ma allora che libertà è? ...

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  4. Anche la tua è una domanda interessante. Una frase a cui sono molto legato è "la mia libertà finisce dove inizia la tua libertà". Prova a pensare che intorno alle persone ci sia come un palloncino. Prendi poi tutte le persone con i loro palloncini e mettili in un contenitore. Se provo ad infilarci troppi palloncini, prima o poi uno scoppia. Quindi per poter convivere non si può pretendere sempre tutta la libertà (a meno che non me ne stia in un spazio molto grande). Come fare allora? Hai presente la teoria degli insiemi. Quando due insiemi si uniscono nella parte condivisa ci sono elementi in comune ai due insiemi. La stessa cosa vale con le persone. Per riuscire a convivere bisogna unire le varie libertà, e sicuramente i punti in comune aiutano. Ma quando non ci sono punti in comune come si fa? Ecco che arrivano le regole. Ci si priva di un pò di libertà per dare un pò di libertà all'altro. Ma allora la libertà è condizionata. Ebbene si, ci sono fattori esterni che condizionano la libertà. I pensieri possono essere liberi, anzi i sogni possono essere liberi, come dici nel tuo ultimo post.
    Un saluto
    Lorenzo

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  5. Non lo so...forse è anche carattere. Io sono una a cui se non poni limiti...non mi limito! Cioè se non ci fosse il limite sulle autostrade a 130 km/h non credo proprio che metterei il cruise control su quella cifra, tanto per fare un esempio sempre in tema di macchine! Poi ovviamente dipende dalle situazioni, ma io ammetto candidamente che seguo alcune regole per le conseguenze e capisco anche perché per i bimbi sia quasi sempre così.

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  6. Se si parla di macchine e/o moto, mi pongo limiti quando posso arrecare danno ad altri. Se sono in circuito, non mi pongo limiti. Al massimo mi faccio male io. Se quello che faccio può danneggiare qualcuno, io mi limito. Sono fatto così. Sicuramente è una questione di carattere.
    Un saluto
    Lorenzo

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