FARE LA SPIA (ED UN BUON CONSIGLIO)

A casa mia spesso si sentono frasi del tipo:

“papiiiiii 2010 ha fatto questoo”

“mamiiii 2013 ha detto questooo”

“lo sai che 2010 ha detto una parolaccia”

“2013 mi ha dato un pugno”

“2010 ha preso questo dal tuo cassetto”

…….

potrei andare avanti all’infinito, ma il concetto è sempre lo stesso.

FARE LA SPIA

Fanno un pò le spione. Il problema però è il seguito delle frasi, perchè di solito il dialogo prosegue con:

“non è vero”

“è stata lei io non ho fatto niente”

“mi ha dato un botta”

“ahhhhhhh!!!!!”

poi si passa con gli spintoni, pizzicotti, e poi urla e la pace del regno si è trasformata in una guerra da placare.

Di queste situazioni siamo stati in balia per un pò, perchè si badava non tanto al fatto che una o l’altra facesse la spia (2016 per ora non partecipa….per fortuna), ma a quello che una o l’altra aveva fatto. Quindi ci trovavamo noi genitori dentro ad una lite tra sorelle. Situazione molto scomoda. Anzi scomodissima, perchè spesso le ultime frasi erano:

“dai sempre ragione a lei”

“ah ecco la santerellina”

“sei brutto”

“vai via”

Però, finalmente posso dare a tutti i miei lettori e lettrici un consiglio.

UN BUON CONSIGLIO

Ho trovato, anzi il mio amore ha trovato, un sistema che pare sia infallibile, ed effettivamente a casa nostra funziona benissimo e lo stiamo usando con successo. Questo sistema viene suggerito da un libro che ci è stato consigliato che si intitola “Die Neue Elternschule" (lo so sempre in tedesco, ma c'è anche la versione in italiano mi pare si intitoli "Il tuo bambino") di Margot Sunderland . Il libro è molto interessante e tratta tutte le situazioni “critiche”. Non vi faccio leggere tutte le 300 pagine per scoprire il sistema ferma liti da spioni, ma ve lo svelo proprio perchè è infallibile.

LA FRASE FERMA SPIONI

Dopo le frasi del tipo: “mamma 2010 mi ha dato un pugno” la risposta di noi genitori è “parliamo invece di quello che hai fatto te”. Ecco dopo questa frase il 95% delle volte tutto tace, il restante 5% arrivano frasi del tipo “questa volta non ho fatto niente”, ma la lite termina in un secondo e noi non ci ritroviamo nel litigio tra sorelle. Provatelo, una frase semplice come “parliamo invece di quello che hai fatto te” spiazza e placa.

Fatemi sapere se funzioni anche a casa vostra.

Commenti

  1. Non ho letto il libro (che mi incuriosisce molto) ma sia con i miei bambini che al lavoro utilizzo il metodo che hai spiegato tu, anche se in modo leggermente diverso.
    Chiedo: raccontatemi cos'è successo.
    Poi cerco di interpretare le loro emozioni: A si è arrabbiato perché tu gli hai preso il gioco e tu ti sei arrabbiato e gli hai dato un pizzico.
    Quindi passo alla comprensione: capisco che tu ti sei arrabbiato perché ti ha preso il gioco e capisco che lui si è arrabbiato perché gli hai dato il pizzico. Ma si fa?
    Ecco, con questa domanda sono tutti d'accordo. No, non si fa.
    Pensano un pochino e si chiedono scusa, poi possono tornare a giocare.

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  2. Ciao Silvia,
    é sempre molto interessante trovare il modo giusto per relazionarci con i bambini. Spesso noi adulti ci dimentichiamo che sono bambini e ci relazioniamo con loro considerandoli piccoli adulti. Mi stupisco sempre come un diverso modo di comunicare possa risultare così efficace.
    Grazie per il commento.
    Un saluto
    Lorenzo

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  3. La uso "e tu cosa hai fatto???" ma spesso la risposta è "nienteeeeeeeeee", invece mi è più utile "non voglio sapere niente, arrangiatevi tra di voi" capiscono che non c'è un giudice e cercano di uscirne da soli.

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  4. Anche qua da noi la risposta e spesso "nienteee", però se si insiste con un "prova a pensarci bene" il niente si trasforma in un silenzio dalla serie "è meglio che mi arrangio". Il "non voglio saperne niente" è una frase che abbiamo provato, ma con scarsi risultati. Il fatto che la questione non ci importava non era concepita dalle mie figlie e tendenzialmente continuavano a cercare di metterci in mezzo al loro litigio.
    Un saluto
    Lorenzo

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