NON È FACILE ESSERE UN SANDWICH



2013 è una cosiddetta figlia Sandwich. E’ la 2 di 3. E’ quella di mezzo. Non è la prima e non è l’ultima. Ma quanto è faticoso essere una figlia sandwich? Beh, 2013 ce lo sta facendo capire, e visto i caratteri di 2016 e 2010 posso assicurarvi che non è per niente facile. Ultimamente 2013 è in una fase molto delicata e ce lo sta facendo capire a gran voce (in tutti i sensi).

FIGLIA SANDWICH

La sua principale arma è diventato il “pianto urlato”. Se qualcosa non va nella sua direzione, se qualcuno/a le fa un dispetto, o la guarda nel modo sbagliato, o le fa una osservazione, o un rimprovero, 2013 parte con un “AHHHHHHH!!!!!!”. 2013 ha sempre avuto un tono della voce “abbastanza” alto, quindi il suo “AHHHHHH!!!!!” ha livelli sonori molto importanti (prima o poi porto a casa il fonometro e misuro i dB prodotti dalla sua dolce ugola).

CAPRICCI??

Il cosiddetto “capriccio” o “richiamo di aiuto” è alquanto fastidioso (lo devo ammettere), ma di solito si riesce arginare con un po' di attenzione, quindi a parte il farsi sentire da tutto il condominio, la cosa è nella stragrande maggioranza delle volte breve. Altre volte invece il capriccio/richiamo si protrae nel tempo, specie in abbinamento a stanchezza e notevole irragionevolezza. In questo caso la situazione è più difficile da gestire con solo la calma e spesso ignorandola le cose si risolvono anche se per mantenere la pazienza servono molte energie (quindi dopo si è molto stanchi).

RICHIESTA DI AIUTO

La cosa però che ci ha messo in allarme ed ha trasformato il “capriccio” in una “richiesta di aiuto” è una particolare avversione da parte di 2013 per le mutande e per le calze/calzini. Ebbene si le mutande e le calze/calzini sono diventati un gran problema. Gli danno fastidio. Stringono. Le cuciture non sono nel posto giusto. E quando sente fastidio la sua prima reazione è un “AHHHHHHH!!!!!!” seguito da pianti e richieste nel tipico linguaggio cigolante (almeno così lo chiamiamo noi). Cosa c'è sotto? Diciamo che si sente soffocare dalle due sorelle e non capisce bene quale è la sua posizione.

QUALE E' IL MIO POSTO?

Non riesce a fare quello che fa 2010, e 2016 è ancora troppo piccola per giocare con lei (2016 è ancora nella fase quello che vedo è mio, quello che voglio è mio, quello che rompo diventa tuo). Questa sua frustrazione la sta esternando utilizzando le mutande come pretesto. Nella speranza che sia una fase passeggera, per ora abbiamo risolto con molta calma e maggiore attenzione nei suoi confronti (senza dimenticarci delle altre, perchè se non iniziano loro a bussare alla porta). Abbiamo sostituito le mutande incriminate (casualmente erano quelle “riciclate” da sua sorella) andandole a sostituire con delle nuove comprate con lei apposta per lei (un po' di shopping con la mamma). Per i calzini, l’importante che non abbiano la cucitura in punta. Trovato un escamotage per mutande e calze/calzini adesso il problema si sta spostando sui polsini. Non vedo l’ora che arrivi l’estate. Meno vestiti meno problemi….forse.

Commenti

  1. Anche qui stesse richieste di attenzioni da parte del secondo, che comunque, anche quando non c'era il piccolo, ne richiedeva molte di più rispetto alla sorella. Lui fa leva sul cibo. Non gli piace più nulla. Io non amo questo tipo di ricatti e quindi o mangia o salta, punto. Forse sarò poco empatica, non lo so, ma la spirale che queste richieste di attenzioni possono portare (con tanto di fratelli che potrebbero fare altrettanto) mi porterebbe in un inferno!

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  2. Sulla questione cibo 2013 ci ha provato ed ogni tanto ci prova ancora. "non mi piace" "non lo voglio". La nostra risposta è sempre la stessa "se non vuoi non mangiare". Ogni tanto la testona ha saltato il pranzo, ma sul cibo sono intransigente, già gli asili fanno abbastanza danni con l'alimentazione. L'empatia, poi, serve a comprendere una esigenza, non a diventare schiavi della situazione. E' l'accondiscendenza che ti fa diventare schiavo degli eventi (ne so ben qualcosa io). Con 2013 cerchiamo solo di non sminuire un fastidio che per lei è reale e spero sinceramente che passi presto, perchè ogni volta per uscire di casa i tempi di preparazione si dilatano in modo esponenziale.
    Un caro saluto
    Lorenzo

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  3. In effetti credo che sia difficile essere la figlia di mezzo. Ne carne né pesce. Non sei grande, non sei più la piccola di casa. Sei li, in mezzo, nel limbo.
    Io dico sempre che i figli debbano essere considerati tutti nello stesso modo, senza distinzioni, ma credo anche che ognuno abbia bisogno del suo momento speciale.
    Credo che abbiate scelto di aiutarla nel migliore dei modi.
    Quando capirà che il suo posticino nel vostro cuore è lì ed è prezioso, si rilasserà e voi con lei.
    In bocca al lupo!

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  4. Ciao Silvia,
    grazie per il commento! Condivido il fatto che ogni figlio abbia bisogno del suo momento speciale, e cosa più importante sintersi ascoltato dai propri genitori.
    Un saluto
    Lorenzo

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