ASCOLTARE LE PAROLACCE


2010 ha iniziato con le parolacce. Le ha sentite, le ha memorizzate ed ogni tanto le dice a random, così tanto per dirle (o tanto per vedere la nostra reazione). Intanto iniziamo a dire da chi le a sentite le parolacce. Prima condannata, la scuola. Quando porto 2010 a scuola si sente un po' di tutto, anche perché nelle immediate vicinanze c'è anche un istituto professionale. Secondo condannato, il parco. Anche i parchi in materia parolacce sono una vetrina molto variegata.

ATTENZIONE A COME SI PARLA, NOI GENITORI SIAMO ESEMPI

Però, indagando, indagando si scoprono le mie colpe. “2010 da chi hai imparato quella parolaccia”, “da te papà”, “come da me, non dico le parolacce”, “ieri in macchina hai detto proprio così al ciclista che ti ha tagliato la strada”. Ecco, mea culpa, dico le parolacce. Capita. A volte scappano. “Si però, 2010, quando ti parlo non ascolti, e quando non devi ascoltare impari subito”.

PAROLACCE E SIGNIFICATO

Allora come si fa con le parolacce. Intanto ho iniziato a spiegare il loro significato. Almeno sa quello che dice. Non sapete quanto risate si è fatta quando gli ho spiegato cosa è uno str@@zo. Andate a vedere sul Garzanti. E non sapete che faccia ha fatto la zia, quando 2010 ha dato sfogo a tutto il suo nuovo sapere.

VIETARE?

Vietare non so quanto serva. Anzi sono sicuro che non serve a niente. Mi ricordo ancora le frasi tipiche di mia madre “se non la smetti ti lavo la lingua con il sapone”. Credo sia importante spiegare il significato delle parolacce, e come vengono usate per offendere le persone. I bambini hanno una grande sensibilità, e per loro l’offesa ha un valore molto forte. Se si fa capire che una parola può offendere, probabilmente non la usano più, se non per far irritare il papà e la mamma. Perché sono piccoli, ma sanno benissimo quali sono i tasti per farci irritare, ed ogni tanto li toccano per vedere dove sono oggi i limiti. Dobbiamo essere bravi noi genitori a non alzare mai l’asticella del limite, perché riabbassarla è molto, molto, difficile.

Commenti

  1. Grande mea culpa, però la scuola viene abbondantemente prima come colpe!

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  2. La scuola offre una vetrina molto ampia, dove si può attingere alle più svariate esternazioni. Peró sono convinto che i nostri figli ci ascoltano più di quanto noi crediamo, e se qualche parola la dice anche il papá, si sentono liberi di ripeterla.
    Un saluto
    Lorenzo

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