ASCOLTARE LA NECESSITÀ DI ESSERE SE STESSI

Questo articolo nasce dalla risposta di Luca (www.papoluca.it) ad un mio commento al suo articolo  Cambiamenti/2 dove si parlava appunto di cambiamenti. Nel mio commento evidenziavo come ogni cosa avesse il suo tempo ed adesso che sono papà, mi fa strano fare tutte quelle cose che facevo quando ero uno studente single. Altre persone che conosco, sia con figli sia senza, mi sembrano ancorati ai “vecchi tempi”. Luca, nella sua risposta mi fa notare come alcuni genitori hanno “voglia o bisogno” di condurre un certo tipo di vita, aspetto questo che mi ha portato a scrivere questo articolo.

LA NECESSITA' DI ESSERE SE STESSI

Come io ho scritto che mi fa strano vedere ancora papà che fanno serate e nottate con gli amici, altri papà potrebbero dire lo stesso di me, quando mi vedono andare ancora in moto come fossi un ragazzino. Ognuno di noi ha la necessità di essere se stesso. Se mi privassi della moto solo perché sono diventato papà, probabilmente avrebbe più effetti negativi che positivi. Allo stesso modo ci sono papà che hanno bisogno di una serata o nottata. Inoltre essere papà comporta necessariamente l’obbligo di non fare più certe cose? Crescere e cambiare significa abbandonare quello che si è stati?

CAMBIARE PER CRESCERE

I cambiamenti ci sono, vanno accettati, e servono anche per crescere. La staticità non porta a nulla. Credo che la cosa più importante sia trovare il giusto equilibrio. Questo concetto me lo ha ricordato anche un recente articolo di El Gae che mi ha ricordato come noi “uomini” facciamo fatica a fissare dei limiti in quello che facciamo. Siamo sì adulti, ma in certe cose rimaniamo bambini (se vedete un adulto fisso a guardare tutte le scatole di montaggio del lego technic, beh quello sono io e non sto scegliendo un regalo…..ma sto solo pensando che figo sarebbe averlo). Ma è una cosa così sbagliata rimanere bambini? Avere ancora un passione che ti prende come quando si era bambini/ragazzini/studenti? Poco tempo fa ho rivisto il Il piccolo principe (il film d'animazione del 2015 diretto da Mark Osborn), e mi è rimasta in mente la frase “Tutti i grandi sono stati bambini una volta. Ma pochi di essi se ne ricordano”.

ESSERE PAPA'

Crescere e cambiare non significa dimenticare quello che si è. Essere papà, porta sicuramente grandi responsabilità, ma solo rimanendo se stessi si può sostenere questa responsabilità. Se essere se stessi significa prendersi il tempo di fare una serata con gli amici, un giro in moto o una gara di corsa ben vengano tutte le cose che fanno stare bene e ti ricordano quello che sei.

Ognuno è se stesso. Io non sono solo un papà, sono anche un marito, un figlio, un amico, un motociclista, un ingegnere, ed ogni ruolo che la vita mi ha riservato e mi riserverà. I ruoli fanno crescere, cambiare, evolvere, ma forse la cosa più importante è rimanere se stessi.

Trovare il giusto equilibrio. Fare per se stessi, senza togliere a chi ami.

(Ringrazio Luca del suggerimento datomi di approfondire questo aspetto)

Commenti

  1. Ciao Lorenzo, grazie della citazione e complimenti per il Blog, molto interessante. Riguardo il tuo articolo non posso che aggiungere altri complimenti, un' analisi lucida e ponderata sui cambiamenti che DEVONO (a mio parere) caratterizzare la figura paterna. Vorrei andare oltre con i complimenti, perché quando si parla di "evoluzione della figura paterna" ci si riferisce proprio al mettersi in gioco, al porsi delle domande, cosa che non avveniva (o sicuramente avveniva in maniera molto minore ) fino a qualche anno fa. Il tema è estremamente delicato oltre che molto personale e devo dire che il legame con "quello che si è davvero" è molto stimolante. A tale proposito mi trovi in totale accordo, è bello, oltre che importante, non dimanticare se stessi o il bambino che siamo stati e in questo senso i nostri figli ci aiutano molto, a patto di saperli ascoltare. È importante non perdere di vista se stessi, come uomini, come mariti come professionisti e come amici. È pur vero tutto questo DEVE accompagnarsi al cambiamento di cui parli e a tale proposito un confine, piaccia o non piaccia, ci deve essere, magari diverso per ognuno ma certamente necessario. Equilibrio credo sia la chiave di tutto, perché se è vero che non bisogna dimenticare se stessi è altresì vero che un uomo, un padre che il mercoldì va a calcetto con gli amici, il sabato (o la domenica) va a vedere la partita, il lunedì va in palestra, il giovedì esce con gli amici e il martedì fa tardi al lavoro... che padre é? Me lo chiedo senza timore di essere polemico perché l' importante è sempre e comunque essere sinceri con se stessi. Un abbraccio!

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  2. Ciao Luca,
    grazie per il commento, grazie per i complimenti e grazie per avermi consigliato questa riflessione. L'equilibrio è la chiave di tutto, trovare l'equilibrio non è sempre facile, ma l'ago della bilancia, per quel che mi riguarda, deve stare sempre sul lato della famiglia.
    Tanti cari saluti
    Lorenzo

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